castello reale di sarre valle d'aosta
Valle d'Aosta,  Italia

Il Castello Reale di Sarre in Valle d’Aosta 

Il Castello Reale di Sarre è senz’altro una residenza sabauda insolita da visitare in Valle d’Aosta. Si trova a poche decine di chilometri da Aosta e la sua storia è legata oltre che alla famiglia dei Savoia, anche alla caccia di stambecchi e camosci.

Come funziona la visita

Il Castello Reale di Sarre fa parte dei castelli della Valle d’Aosta. Esternamente con il suo aspetto sobrio ed austero non è sicuramente il castello più bello della regione. Abbiamo scelto di visitarlo principalmente perché soggiornavamo proprio a Sarre, a poche centinaia di metri dal castello stesso. Avevamo letto su internet della sua storia e delle sue particolari decorazioni e proprio queste ci hanno incuriosito. 

Il biglietto d’ingresso costa 8€ ed è compresa la visita guidata. Il castello ha 3 piani, di cui il piano terra si visita in autonomia, mentre i due piani superiori con la guida. Complessivamente per la visita ci si impiega 60/90 minuti in base a quanto tempo si voglia dedicare al piano terra. E’ raggiungibile con l’auto in 10 minuti da Aosta ed è presente un parcheggio gratuito. 

Il Castello di Sarre e la “sala delle corna”

L’edificio è originario del Duecento e nel corso dei secoli ha subito diverse modifiche architettoniche e ristrutturazioni fino a quelle apportate dagli ultimi proprietari: i sovrani italiani Vittorio Emanuele II e Umberto I. In particolare proprio a quest’ultimo è stato il promotore degli ambienti che più caratterizzano il Castello Reale di Sarre, ovvero la galleria e la sala dei trofei. Il castello era la residenza di caccia per la famiglia reale e questi ambienti sono decorati con corna di stambecchi e camosci. Le pareti e i soffitti sono completamente ornati da composizioni di questi trofei di caccia, tanto che è soprannominata la “sala delle corna”. Sono stati utilizzati oltre 3000 corna tra stambecchi e camosci. Al piano terra è possibile vedere delle foto storiche di come si svolgevano queste battute di caccia e dei loro “trofei”.

Queste sale con le loro decorazioni venatorie lasciano stupefatti e sono senz’altro fuori dal comune, ma allo stesso tempo lasciano interdetto il “visitatore di oggi”.

La caccia esclusiva reale allo stambecco e la sua salvaguardia

Bisogna tener conto che un tempo decorare le pareti con trofei di caccia era usuale. La mentalità e la sensibilità dell’epoca erano differenti da quella odierna e nel visitare il castello bisogna cercare di comprenderla. Lo stambecco era già al tempo un animale a rischio di estinzione e, per “tutelarlo”, era stata emanata una legge che ne vietava la caccia ad esclusione del re. La caccia esclusiva del re allo stambecco è stata paradossalmente la sua “fortuna”. Benché visitando le stanze del castello di Sarre si possa rimanere increduli, il fatto che in passato il re fosse l’unico autorizzato a cacciarli, pur cacciandone un numero elevato, è stata anche la sua fortuna e l’inizio della sua salvaguardia. Bisogna tener conto che era un’altra epoca, ma anche questo, a mio avviso, era un passo per cercare di tutelare la natura e gli animali.

Proprio nel 1922 è stato istituito il primo parco naturale d’Italia: il Parco Nazionale del Gran Paradiso. Oltre tutto, la realtà di queste valli non era florida a livello economico e proprio la caccia del re portava lavoro e soldi agli abitanti. Basti pensare che decine di persone erano impegnate nella manutenzione delle strade/sentieri, attrezzature, avvistamenti,…

Per quanto io non sia una particolare appassionata della famiglia Savoia, è stato interessante visitare anche la parte dedicata alle donne della famiglia reale con aneddoti e ritratti dell’epoca delle regine sabaude.

La visita al Castello Reale di Sarre è sicuramente d’impatto e le sue stanze di rappresentanza con decorazioni venatorie vi rimarranno sicuramente impresse, decisamente insolite che creano un effetto finale senz’altro stupefacente e fuori dal comune. 

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