Nardò, piccolo gioiello del barocco leccese
Puglia,  Italia

Nardò, piccolo gioiello del barocco leccese

Nardò è una cittadina che si trova in provincia di Lecce. Piccola quanto importante. Nel Cinquecento era il principale centro culturale del Salento. Girare per il centro storico significa immergersi nell’architettura barocca, per questo Nardò è considerato un piccolo gioiello del barocco leccese.

Cosa vedere in un giorno

Il centro storico si visita in un paio d’ore

Per visitare questo piccolo gioiello barocco vi consiglio di parcheggiare in una delle vie fuori le mura. I parcheggi non sono a pagamento e la distanza dalla piazza principale è davvero minima. Attenzione a non entrare con i mezzi all’interno delle mura, è tutta zona a traffico limitato.

Piazza Salandra

Attraversando una delle porte di ingresso, percorrendo viuzze iconiche e davvero carine, sono arrivata in Piazza Salandra ed ho iniziato il mio tour.

Questa piazza rappresenta per Nardò il fulcro della città di questo piccolo gioiello di barocco leccese, infatti è stata definita “la più bella piazza barocca del Mezzogiorno”. Anticamente era conosciuta come “piazza delle Legne” e successivamente come “piazza municipale”. Simbolo del centro della vita neritina sin dagli albori. Sul suo perimetro si affacciano: il Sedile, La Chiesa di San Trifone, il Palazzo dell’Università, la Chiesa di San Domenico e la Fontana del Toro.

Al centro troviamo la Guglia dell’Immacolata.

Il Sedile

Luogo del Seggio pubblico, riservato alle discussioni degli atti giuridico-fiscali della cittadina, ovvero il governo della città neritina.

L’edificio, oggi sede del ufficio del turismo, risale al Cinquecento. La facciata, di impronta rinascimentale, è articolata da un unico arco. 

Il fastigio fu realizzato probabilmente due secoli dopo. Al centro di esso troviamo il patrono di Nardò, San Gregorio Armeno, affiancato da San Michele Arcangelo e San Antonio da Padova.

La Chiesa di San Trifone

La Chiesa venne eretta nel XVIII secolo, per volontà dei neretini che si rivolsero a San Tritone per liberarsi da un’invasione di bruchi che aveva colpito la città. 

L’ingresso, attraverso la facciata principale, si trova su un lato rispetto la piazza. All’interno lo spazio è organizzato in una sola navata, con quattro pilastri rettangolari.

Il Palazzo dell’Università

Il Palazzo domina piazza Salandra. La sua costruzione iniziata nel tardo Cinquecento, terminò nel 1612. Nel 1743 fu riedificato a seguito dei danni subiti a causa di un forte terremoto. La sua facciata, in stile rococò, è alleggerita dal porticato a piano terra, ritmato da sei grandi colonne e da due semicolonne. 

Al di sotto del colonnato è ben visibile il portale d’ingresso, inquadrato da due lesene.

La torretta dell’orologio, del 1598, fu anch’essa danneggiata dal terremoto e restaurata. Nel 1876 venne inaugurata la nuova torre. L’orologio è un Caccialupi del 1882 di fabbricazione napoletana, con doppio meccanismo per il rintocco dei quarti prima delle ore. Fino al 1934 il palazzo fu sede del Municipio e successivamente ospitò la sede della Pretura.

La Chiesa di San Domenico

Inizialmente con pianta a tre navate e intitolata a Santa Maria de Raccomandatis, fu poi modificata ad una sola aula, per rispondere alle esigenze di predicazione dell’ordine Domenicano. Durante il terremoto fu quasi totalmente distrutta. La facciata si preservò totalmente. Quest’ultima è scandita da due ritmi, realizzati in epoche differenti. La parte inferiore è decorata da cariatidi addossate, la parte superiore risulta più leggera, meno pesante nelle decorazioni. L’interno, a navata unica e a croce latina, presenta tre cappelle per parte sul lato lungo di questa.

La Fontana del Toro

La figura del toro è legata alla città di Nardò per vari motivi. Il toro è per questo motivo diventato simbolo della città. L’animale è un simbolo legato agli Aragonesi, che dominarono Nardò in periodo rinascimentale. La fontana, secondo la leggenda, sorge nel punto in cui un toro fece zampillare l’acqua, scena riportata sulla fontana stessa, all’interno di un medaglione decorativo. In questo medaglione si può leggere l’espressione “Tauro non Bovi” (Toro, non bue) a simboleggiare il potere aragonese e della popolazione neritina. 

La Guglia dell’Immacolata

Venne costruita per volontà della popolazione nel 1769, in seguito al terremoto del 1763 che distrusse Nardò e il Salento. La Guglia è suddivisa in cinque livelli, che terminano con la Madonna reggente il globo. Tra la prima e la seconda cornice troviamo quattro statue: sono San Giuseppe, San Giovanni, San Domenico e Sant’Anna. Sull’ultima cornice si legge un’incisione in cui fu scritta la motivazione di tale costruzione. 

La cattedrale Maria SS.ma Assunta

L’edificio dal 1088, anno della sua costruzione, al 1899 subì continue modifiche e ricostruzioni, a seguito di terremoti che fecero crollare la costruzione originale.

Oggi la chiesa si presenta più simile al suo primo aspetto classico. Composta da tre navate con due ordini di archi a tutto sesto e a sesto acuto, sorretti da pilastri rettangolari fasciati da semicolonne, alcune delle quali affrescate da opere risalenti al Trecento e al Quattrocento. 

Alzate gli occhi sopra l’altare principale per non perdervi la statua del “Cristo Nero”, pezzo ligneo che ottiene il colore nero dal tipo di cedro utilizzato per la realizzazione. 

Altre Chiese

Camminando sempre all’interno delle mura del centro storico di Nardò, vi troverete di fronte ad altre chiese e conventi. Tra questi: la Chiesa della Madonna del Carmine, la Chiesa di San Giuseppe e il Convento dei Carmelitani Calzati. 

Il Castello Aragonese

Il Castello venne costruito sul fronte sud-occidentale della città per protezione dai continui attacchi e minacce provenienti dalla costa jonica. Il progetto, risalente tra la fine del XV sec. e l’inizio del XVI sec., è attribuibile ad un allievo dell’architetto senese Francesco di Giorgio Martini, Giulio Antonio Acquaviva d’Aragona, appartenente all’omonima famiglia di feudatari di Nardò dal 1497. 

Del castello tutt’oggi si preservano nove delle diciotto torri originarie, nonché le mura, protette da un fossato che si interrompeva solo in prossimità delle sei porte di ingresso alla città, due delle quali “porte false”, perché servivano solamente per il deflusso delle acque.

Il Castello venne usato come dimora dalla famiglia Acquaviva, duchi di Nardò. 

L’Osanna

Si trova nella Piazza dell’Osanna, all’ingresso di una delle porte, l’antica Porta San Paolo, del centro storico di Nardò. 

E’ un monumento a forma ottagonale, formato da otto colonne che circondano una colonna centrale. Ha una forma simile ad un baldacchino e riprende un po’ il carattere orientale. 

Realizzato totalmente in pietra leccese nel 1603, inizialmente poteva avere una funzione religiosa per i pagani, convertito poi in simbolo cristiano. Oggi durante la Domenica delle Palme, il parroco benedice qui i ramoscelli di ulivo.

La visita a Nardò, piccolo gioiello del barocco leccese è stata veloce quanto piacevole, di sicuro vi immergerete in un concentrato d’arte che vi lascerà a bocca aperta!

18 commenti

  • Eliana

    Una mia compagna di corso all’università veniva da Nardò, mi raccontava spesso di quanto era bella e ricca la sua città e il tuo articolo le dà naturalmente ragione! La Puglia mi è totalmente sconosciuta ancora e mi piacerebbe visitarla magari partendo proprio da Nardò!

    • Alessia

      Mi sono innamorata del barocco salentino e della pietra bianca leccese nel corso di un mini on the road fatto anni fa in Salento, in particolare a Lecce, Otranto, Gallipoli e la meravigliosa costa. Nardò è purtroppo rimasta fuori dal percorso, troppo poco tempo, ma conto di tornare presto perché mi sembra strepitosa😍

  • Ilenia

    Queste architetture mi affascinano moltissimo; pur essendo stata in zona un paio di volte, non sono mai riuscita a visitare Lecce e Nardò, anche perché ero bambina. Devo assolutamente recuperare e riempirmi gli occhi di tanta bellezza

  • ANTONELLA MAIOCCHI

    Ricordo ancora la piacevolissima sorpresa che mi ha fatto Nardò quando ci sono arrivata! Non so perché ma non mi aspettavo un tale gioiellino barocco e anche se non sono riuscita a visitare tutte le chiese, mi è piaciuto molto passeggiare per le strade del centro. Troppo carino il motto della fontana del toro!

  • Lucia

    Ogni volta che si parla di un posto pugliese apro subito l’articolo, è una calamita! Comunque conosco Nardò ma non l’ho mai visitata a fondo… credo di esserci passata qualche volta quando abitavo in Puglia.
    Purtroppo, capita che spesso abbiamo dei posti così belli a poca distanza, ma non diamo la giusta importanza. Quando mi troverò in quelle zone mi fermerò 😉

  • Eliana

    Avevo una compagna di università che veniva proprio da Nardò! Me ne parlava sempre con tanto amore e mi diceva che se si ama il barocco non si può non visitare questo borgo così autentico. Tu mi hai confermato tutto ciò che mi diceva con questo articolo!

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