san leo
Emilia Romagna,  Italia

“Questo è adunque il sasso di San Leo, tenuto inespugnabile?”

Così lo definì nei suoi scritti Giorgio Vasari dopo l’assedio da parte dello Stato delle Chiesa guidato della famiglia Medici nel XVI secolo. E proprio questa la prima immagine che mi è venuta in mente ammirando San Leo: una rocca di roccia. Sembra un tutt’uno con l’altopiano su cui si erige e sembra a prima vista davvero inespugnabile. 

Come arrivare a San Leo

Il borgo di San Leo si trova a confine tra Marche ed Emilia Romagna, in provincia di Rimini. E’ possibile raggiungere la cittadina attraverso l’autobus da Rimini, ma essendo isolata il mezzo più comodo è senz’altro l’automobile.

All’interno del centro storico sono presenti dei parcheggi a pagamento con tariffe di 1€/h e 4€/giorno in vigore nel periodo che va dalla primavera all’autunno e per tutto l’anno nei giorni prefestivi e festivi. In alternativa vi sono dei parcheggi gratuiti poco fuori dal centro storico, da dove quest’ultimo è facilmente raggiungibile in 10 minuti a piedi. 

Il borgo

Il nome odierno del borgo è dedicato al suo patrono e fondatore Leone, che insieme a Marino (da cui prende il nome la vicina Repubblica di San Marino) furono i primi a diffondere il cristianesimo in queste zone del Montefeltro. Antecedentemente si trovava l’insediamento romano Mons Feretrius sorto attorno al tempio dedicato a Giove Feretrio. 

Avendo parcheggiato fuori dal centro per entrare siamo passati attraverso la Porta di Sopra. Abbiamo poi proseguito verso la Piazza principale Dante Alighieri, passando davanti al cinquecentesco Palazzo della Rovere, oggi sede del municipio. Su questa piazza si affacciano la pieve di Santa Maria Assunta, il più antico edificio cristiano presente, e il Museo d’arte sacra ospitato all’interno del Palazzo Mediceo. Al centro della piazza si trova la fontana, ma lo sguardo sarà catturato –  o almeno il mio lo è stato – dallo scorcio sul duomo e dalla vicina Torre Civica. Trovandosi in posizione leggermente rialzata rispetto alla piazza, essendo sul Monte Feliciano, è stato un luogo di tale posizione strategica da essere adibito al culto religioso probabilmente fin da epoca preistorica viste le incisioni rupestri presenti. 

Il duomo di San Leo è di epoca romanico-longobarda ed è privo di fondamenta, poggia direttamente sulla roccia. Entrando al suo interno si nota proprio la fusione tra la chiesa e la roccia. Neanche a dirlo mi ha ricordato subito la Chiesa di Santa Maria infra Saxa nei pressi del Tempio di Valadier. Il duomo si sviluppa su più livelli: la cripta, il livello di ingresso dei fedeli e il livello superiore per l’altare. Personalmente quello che più mi ha colpito di questa chiesa è il particolare fatto di porre capitelli capovolti come base di molte delle colonne presenti. Davvero un curioso ed insolito riutilizzo di materiali di un tempio romano presente in antichità, forse proprio quelle del tempio di Giove Feretrio. Sia il duomo sia la chiesa di Santa Maria Assunta hanno la facciata principale a strapiombo verso la valle, perciò gli ingressi sono lungo le facciate laterali.

La Torre civica a pianta quadrata aveva una doppia funzione difensiva e religiosa. Purtroppo di solito è chiusa al pubblico e viene aperta solo in alcune occasioni. Prima di dirigervi verso la rocca non perdetevi il punto panoramico sulla valle circostante.

La Rocca 

Per tutto il tempo di permanenza a San Leo la rocca imponente e maestosa svetta sopra le nostre teste. Lo sguardo cadrà sempre lì, è inevitabile. Trovandosi in una posizione più elevata per raggiungerla si deve percorrere una salita piuttosto ripida lungo un sentiero a zig zag di circa dieci minuti. In alternativa è presente un servizio di navetta che collega la piazza principale alla rocca al prezzo di 1€. 

Lo sperone di roccia su cui sorge è da sempre un eccellente punto difensivo. Per questo è stato ambito nel corso dei secoli da varie popolazioni e famiglie nobiliari. Famoso lo scontro tra le famiglie dei Malatesta di Rimini e i Montefeltro di Urbino. Proprio questi ultimi ne sono usciti vincitori e hanno deciso di rendere San Leo un luogo inespugnabile rendendolo una fortezza-gioiello dalle raffinate forme rinascimentali. Federico da Montefeltro assegnò tale compito all’architetto senese Francesco di Giorgio Martini che trasformò il borgo in una città-fortezza e rivoluzionò il concetto stesso di rocca difensiva fino a loro realizzato. La rocca esternamente è composta da 3 piazze d’armi e due torrioni, uno maggiore e uno minore. Le piazze sono tutte e tre visitabili mentre l’unico torrione aperto al pubblico è quello maggiore. 

Nel corso del Seicento trasformarono la Rocca di San Leo in un carcere e mantenne questa funzione fino al Novecento. Proprio al suo interno sono visitabili le celle del patriota Felice Orsini e dell’alchimista-massone Giuseppe Balsamo, meglio conosciuto come conte di Cagliostro. Proprio qua scontò la sua condanna per eresia in una cella accessibile solamente da una botola posta sul soffitto. 

Per quanto non sia una particolare amante né di armi né tanto meno di strumenti di tortura del passato, all’interno della rocca vi sono una serie di mostre di armi, utensili e torture medievali molto interessanti. Si trova anche una mostra fotografica abbinata alla poesia dedicata ai speroni rocciosi.

Massiccio inespugnabile

Troppo stanco per scalarti

Vengo a sedermi ai tuoi piedi

Per seguire con lo sguardo

La linea di fuga

Che conduce alla tua cima

Bellissimo anche il paesaggio che si può ammirare dalle sue mura: la vallata attorno con in lontananza il Titano con San Marino e nelle giornate più limpide il mare Adriatico. 

Unica piccola nota negativa a mio avviso il prezzo del biglietto un po’ troppo elevato (9€) per i servizi offerti, almeno si potrebbe includere un’audioguida nel biglietto intero senza dover aggiungere altro denaro. 

12 commenti

  • ANTONELLA MAIOCCHI

    Proprio visitando la rocca di San Leo mi sono appassionata alla storia delle faide tra i Malatesta e i Montefeltro e ho finalmente capito una parte di storia che mi sembrava noiosa. Il borgo/fortezza è veramente bellissimo e il panorama meraviglioso. Vuoi sapere la mia nota negativa: dopo essere stata due minuti nella sala degli strumenti di tortura… sono svenuta!

    • trottoleinviaggio@gmail.com

      Cavolo allora non ne avrai un buon ricordo! Ci sono strumenti di tortura davvero scioccanti, non riesco proprio a capacitarmi come si potessero utilizzare un tempo…

  • Julia

    Mi piacerebbe tanto visitare il borgo di San Leo, ne avevo sentito parlare ancora parecchi anni fa da mia suocera ma non ho mai avuto occasione.
    Dopo aver letto l’articolo ho ancora più voglia di organizzare un weekend lì

  • Maria

    Come tutti i posti che dominano una vallata anche la rocca di San Leo ha avuto quella destinazione per difesa. Noi oggi possiamo godere di queste tattiche di protezione ammirando un panorama che ogni volta ci sorprende. Sono stata in zona 3 anni fa ma non sono riuscita ad andarci.

    • trottoleinviaggio@gmail.com

      L’Italia era ed è piena di fortificazioni che ci danno la possibilità di ammirare questi panorami magnifici e San Leo è uno dei più belli che abbia mai visto!

  • Eliana

    Sono stata a San Leo a febbraio del 2020, prima della pandemia, e l’ho trovata quasi spettrale! Rispetto a Santarcangelo, dove alloggiavo, e dove la temperatura era mite e piacevole, qui ho trovato… La neve! Un freddo! Peccato che la rocca era chiusa, la prossima volta non mancherò di vederla!

    • trottoleinviaggio@gmail.com

      Cavolo mi sa che il tempo abbia influito parecchio! Noi visitandola con il sole abbiamo trovato San Leo tutto tranne che spettrale (ad eccezione delle sale delle torture!)

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