Mostre da non perdersi a Roma: l’Arte Liberata 1937-1947 alle Scuderie del Quirinale
L’Italia è piena di capolavori e se il nostro patrimonio è arrivato “sano e salvo” fino a noi dobbiamo ringraziare anche i “salvatori della bellezza” italiani. Chi erano questi uomini e donne della Resistenza dell’Arte? Funzionari delle soprintendenze, dirigenti ministeriali, storici dell’arte e intellettuali che durante la Seconda Guerra Mondiale, in uno dei momenti più bui e difficile della storia d’Italia, hanno pensato di salvare il nostro patrimonio artistico mettendolo al sicuro sia dai saccheggi nazisti di Hitler e Göring sia dai bombardamenti alleati. Proprio a questi “Monuments men” italiani, che hanno combattuto non con le armi ma con intelligenza e passione, è dedicata una delle mostre da non perdersi a Roma: “L’Arte Liberata 1937 – 1947″ alle Scuderie del Quirinale.
In questa mostra sono esposti oltre cento capolavori italiani: dai quadri ai libri antichi, dai reperti archeologici alle ceramiche provenienti da una quartina tra musei ed istituti di tutta Italia.
Quando la realtà supera la fantasia
La storia che questa mostra racconta sembra sia scritta da uno sceneggiatore. Chi penserebbe mai di dormire con un Giorgione sotto il letto? O di trasportare capolavori in una Fiat Topolino? O che manoscritti originali siano scambiati per cartaccia? Sono solo alcuni degli eventi curiosi ed incredibili successi ai salvatori dell’arte. Queste persone, unite dall’amore per l’arte e da un grande senso dello Stato e del dovere, hanno organizzato in pochissimo tempo e con mezzi di fortuna un’imponente operazione di salvataggio raccontata nella mostra tramite le fotografie dell’epoca. Tra questi scatti, anche alcuni della mia Ancona. Oltre che documenti fotografici dell’ ”operazione salvataggio” nell’esposizione sono presenti foto e video che mostrano le condizioni delle città italiane dopo i bombardamenti. Toccante in particolare quelle della Pinacoteca di Brera.
Tra le opere messe al sicuro ci sono anche migliaia di libri. Una tappa della mostra è dedicata proprio alla salvezza del patrimonio librario coordinata da Luigi De Gregori, nonno di Francesco De Gregori.
Pasquale Rotondi e le Marche
Tra i “salvatori della bellezza” ha un posto d’onore Pasquale Rotondi. Ne avete mai sentito parlare? Fu il soprintendente alle Gallerie delle Marche proprio negli anni della Seconda Guerra Mondiale. Salvò quasi 10.000 capolavori italiani proprio nelle nostre Marche tra Urbino, la rocca di Sassocorvaro e il Palazzo dei Principi di Carpegna. Inizialmente ricevette l’ordine da parte del ministro Bottai e di Giulio Carlo Argan di custodire solamente i capolavori marchigiani. A seguito dell’armistizio sempre più musei italiani gli chiesero di conservare e salvare i loro capolavori. Milano, Venezia, Roma e tante altre città inviarono i loro tesori “trasloccandoli velocemente in casse di fortuna” alla volta delle Marche.
Con il proseguire della guerra e l’avanzata degli alleati fu sempre più difficile e pericoloso nasconderli. Si decise quindi di trasportarli al sicuro nella Città del Vaticano tramite Emilio Lavagnino, funzionario della Soprintendenza mandato in pensione anticipata proprio perché antifascista. Tra i tanti un episodio esplicativo fu l’occupazione da parte dei nazisti del Palazzo dei Principi di Carpegna dove erano nascoste capolavori provenienti da Venezia. I soldati fortunatamente aprirono solamente una delle casse presenti all’interno del palazzo che custodiva gli spartiti originali di Gioacchino Rossini scambiati erroneamente per “cartacce”!
Rotondi, come molti dei salvatori della bellezza, all’epoca era un giovane di trent’anni, che alla fine della guerra tornò alla quotidianità del suo lavoro senza onori o riconoscimenti se non tardivi. La sua storia venne scoperta solamente negli anni Ottanta, quando Oriano Giacomi, sindaco di Sassocorvaro, incuriosito da voci di paese, lo andò a cercare a Roma. La reazione di Rotondi fu “Era ora che vi ricordaste di me!”
Personalmente ho scoperto la sua storia solo recentemente, attraverso il docufilm su youtube “Pasquale Rotondi il salvatore dell’arte”. Mi ha colpito così tanto che non potevo perdermi questa mostra che mi ha permesso di scoprire che Pasquale Rotondi non fu l’unico salvatore dell’arte italiana. In particolare mi hanno colpito le figure femminili: Palma Bucarelli, Jole Bovio Marconi e Fernanda Wittgens. Tre donne simbolo di emancipazione femminile e di coraggio in un periodo come quello fascista dove la donna era moglie e madre spesso chiusa dentro le mura domestiche. Spero che questo omaggio ai nostri Monuments men italiani sia un modo per diffondere a tutti questo pezzettino fondamentale della nostra storia sconosciuta.
Se non volete perdervi questa toccante esposizione avete tempo di visitare “L’Arte Liberata 1937 – 1947” presso le Scuderie del Quirinale fino al 10 aprile 2023!
Articolo in collaborazione con le Scuderie del Quirinale.
2 commenti
Annalisa Trevaligie-Magazine
Una mostra straordinaria, da non perdere. Sono vicinissima a Roma quindi credo proprio che ci farò un salto appena possibile. Da amante della storiografia italiana non posso perdermela.
trottoleinviaggio@gmail.com
A me è piaciuta tanto, te la consiglio proprio Annalisa!