Amici delle Trottole

Amici delle Trottole: viaggiare nel tempo dei Celti

Viaggiare nel tempo è possibile! Ce lo raccontano Vimpus e Natascia che ogni tanto staccano dalla routine frenetica del nostro secolo e tornano indietro di circa 1500 anni per vivere come Galli Senoni all’interno della loro comunità Celtica. Siete curiosi di come tutto ciò è possibile? Non vi resta che leggere l’articolo che hanno scritto per noi!

Vivere con il clan

Vestire i panni di due Galli Senoni è qualcosa che sa di ancestrale. Il bello è proprio riscoprire la nostra anima celta, è lei che ci guida e ci fa sentire a nostro agio. E’ entusiasmante ritrovarci con il clan, la nostra famiglia, e condividere un tempo antico insieme. E’ un tempo straordinario, tutto si ferma, i cellulari si lasciano in tenda e si scaricano dopo giorni senza essere usati e piano piano ci si immerge nei ritmi lenti della vita di comunità. Vivere dei giorni con il clan significa rallentare, ritrovarsi, connettersi con la natura. “Torc na Moire” è il nome del nostro clan senone, significa “i cinghiali del mare”. Questi animali erano molto prosperi ai tempi e vivevano come ora nella zona del Conero.

Mangiare e bere celta

Il velarium è la tenda comunitaria che ospita tutti, una sorta di piazza dove si prepara da mangiare in compagnia, dove si chiacchiera e si mangia. La sera ci si scalda con il fuoco e il tempo scorre tra un racconto e l’altro. Tutto prende quel profumo: gli abiti, i capelli e la magia che si crea è indescrivibile. Le ore scorrono preparando piadine, cuocendo la carne e bevendo birra o idromele. Come i nostri lontani antenati, anche noi prepariamo dei piatti con gli ingredienti che c’erano al tempo facendo attenzione ai cibi che provengono da altri continenti. Utilizziamo cereali, carne e verdure, prepariamo zuppe ma anche pesce e frutta. Ognuno ha le sue stoviglie in legno o argilla cotta. Tutti portano sempre con sé il proprio kiatos, un bicchiere in bronzo largamente diffuso in tali popolazioni.

La ricerca storica sui Celti

Il nostro Rix, il capo del Clan, si chiama Beleno in onore del dio Celta Belenos, divinità del sole. E’ un grande esperto di scherma antica ed appassionato rievocatore. Spesso collabora a fini di studio dei reperti, con i musei della zona, dal Museo Archeologico delle Marche al Museo Archeologico di Arcevia, località particolarmente significativa per i Galli Senoni, in quanto ospita una tra le più importanti necropoli celtiche al mondo. In generale la ricerca storica è la passione che ci accomuna tutti, essa parte dallo studio delle fonti materiali e scritte, per arrivare alla riproduzione fedele di manufatti rinvenuti dagli archeologi nelle tombe, allo scopo di comprenderne l’uso con l’esperienza diretta. E’ così che Beleno realizza kiatos, fibule (le antenate delle spille da balia), orecchini e fibbie, ma anche cerniere per armature, gorgone (placche ornamentali di bronzo per armature).

Come si riconoscono i membri del clan

I membri del clan indossano un torc o torque, una collana attorcigliata e ritorta su se stessa, simbolo di appartenenza alla famiglia. I nostri “torc” vengono donati ai membri del clan durante cerimonie rituali. I senoni erano condottieri e festaioli, persone che amavano la vita e lottavano per i loro valori.

Le attività all’interno della comunità celta

Alcuni membri del clan combattono: hanno la loro armatura in pelle fatta a mano, lo scudo realizzato artigianalmente, l’elmo altrettanto artigianale, mantelli, pellicce, scarpe da combattimento e molto raramente gli schinieri. La battaglia è una delle attività preferite del clan: si preparano strategie e si parte la mattina presto per andare a combattere tra i boschi, lungo i sentieri e nelle vallate. La battaglia è faticosa ma davvero soddisfacente, è unione di intenti e di azioni, è qualcosa che non appartiene solo al singolo ma ti fa sentire parte di qualcosa di più grande. Ogni battaglia è unica e la sera ci si abbraccia tutti perché non si è mai nemici ma solo avversari. Il clan si cimenta in alcuni eventi in cui propone didattica storica e laboratori esperienziali.

Il clan è stare assieme e sentirsi a casa nonostante i chilometri che nella vita di tutti i giorni ci separano. Il mio nome celta è Vimpus, e il clan è qualcosa che fa parte della mia vita, un richiamo alla mia natura più profonda. 

Paolo Jhonny Pierdicca (Vimpus) e Natascia Pergolini ci hanno raccontano questi momenti preziosi del loro viaggiare nel tempo dei Celti. Devo confessarvi che anche io ho avuto il piacere di conoscere qualche membro della comunità e di vederli allenarsi alla battaglia, realizzare monili e gioielli, fino ad abiti e scudi. Un’emozione unica, un vero e proprio viaggio nel tempo!

12 commenti

  • Margherita

    Ma che esperienza deve essere! Io sono profondamente affascinata dalla cultura celtica e sogno, dopo aver fatto un on the road in Scozia, di vedere anche il resto del Regno Unito! Non ho ben capito dove operano queste comunità, se all’estero o in Italia, potrebbe essere una bellissima occasione per scoprire di più della cultura celtica!

    • trottoleinviaggio@gmail.com

      Solitamente il clan è stabile nelle Marche, però capita spessissimo che vengano invitati a rievocazioni storiche dove si accampano e fanno provare qualche attività ai visitatori e lottano in presenza del pubblico. Nello specifico saranno il 30 e 31 luglio a Montefortino di Arcevia (sempre Marche!).

  • Eliana

    Ho due amici, marito e moglie, che fanno un cosa del genere ma non da Celti bensì da Vichinghi: è qualcosa di davvero affascinante! Vivere come vivenao i popoli antichi ha sicuramente un fascino particolare, insomma, ti deve proprio piacere. É un’esperienza che proverei, non lo nego!

    • trottoleinviaggio@gmail.com

      Esperienza senza dubbio affascinante! Però ecco, con tutte le comodità che siamo abituati ad avere, è strano ritornare indietro e doversi creare tutto!

  • La Kry

    So di avere dei rievocatori celti tra i miei amici ma ammetto di non essere mai andata a trovarli in accampamento perchè, per una ragione o per l’altra, finisco sempre tra i templari. Non sono sicura del perchè ma ho il forte sospetto che sia una questione religiosa. Non quella religione! Quell’altra! Quella in cui credo io… penso che tu la chiameresti “gastronomia”! 😂

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