
Sara e il suo volontariato in Cambogia con Vivalavidafamily
Vi ricordate della nostra amica Sara e dei suoi volontariati con i bambini in Thailandia e in Groenlandia? In questo articolo di Amici delle Trottole ci racconta della sua ultima esperienza di volontariato con i bambini in Cambogia.
Perché hai scelto questa volta come meta del volontariato proprio la Cambogia?
Ho scelto come meta la Cambogia perché era da un pò che seguivo la pagina Instagram di “Vivalavidafamily”, un’associazione che opera a Kampong Cham e organizza tante splendide attività per dare un futuro migliore a bambini e ragazzi che vivono in contesti difficili.
Sono stata spinta dal desiderio di voler dare una mano anche io, anche solo per un mese, e conoscere da vicino questa meravigliosa realtà.
Con che associazione sei partita?
Viva la vida è un associazione fondata da Nicola Regina nel 2017 con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita di bambini che vivono nelle aree svantaggiate di Kampong Cham.
Nel corso degli anni sono nati tanti sotto-progetti grazie al sostegno di molte donazioni e all’arrivo di tanti volontari:
- a Phum Thmey, un piccolo villaggio di 800 abitanti situato a 12 km dalla città di Kampong Cham, Nicola ha avuto l’idea di fondare un centro dopo aver osservato la triste realtà quotidiana di questo villaggio. Qui tanti bambini vivono in condizioni di povertà e spesso non possono frequentare la scuola perché costretti a lavorare dai genitori che sono vittime del gioco d’azzardo e dipendenti dalla droga.
Così nel 2017 è stato costruito il Viva la Vida Cultural Center che ha una scuola, libreria, laboratorio di riciclaggio e un campo da calcio. Inoltre rappresenta un importante sostegno alla comunità locale con la costruzione di case, supporto sanitario e la creazione di opportunità di lavoro; - alla fine del 2022 nasce On My Way, un nuovo centro nella città di Kampong Cham. On My Way è un’alternativa per i bambini e i ragazzi più bisognosi del villaggio. E’ una casa, una famiglia, un centro di formazione, un’opportunità di studiare, lavorare e molto di più;
- da ottobre 2022, grazie alla nascita del nuovo centro On My Way, i volontari fanno attività educative anche nell’orfanotrofio di Kampong Cham. Quasi tutti i bambini che vivono nell’orfanotrofio provengono da piccoli villaggi nella provincia di Kampong Cham. Alcuni sono orfani mentre altri appartengono a famiglie che vivono in estrema povertà e non sono in grado di garantire loro un buon futuro. Viva la Vida supporta il centro donando prodotti essenziali, creando attività educative, vendendo oggetti creati dai ragazzi e soprattutto dando opportunità di lavoro ad alcuni degli adolescenti;
- nell’estate 2023 viene costruita una scuola sull’isola Sart Koh Samarong dove si svolgono lezioni di inglese e di educazione ambientale per circa 50 bambini. Lo studio è inoltre affiancato a workshops pratici sul riciclaggio che per i bambini si sono trasformati in un gioco: il “plastic game”. L’obiettivo ultimo è quello di trasformare l’intera isola in un modello di educazione ambientale per l’intero Paese.
Per conoscere in modo più dettagliato tutti i progetti dell’associazione, potete visitare il sito.
Come era la tua giornata tipo?
Essendo diversi i progetti legati a questa associazione di volontariato, ogni volontario ha una giornata diversa in base al progetto di cui si occupa maggiormente.
Il mio ruolo era quello di sostituire per un mese una ragazza che svolgeva attività ad On my way, cioè nella casa famiglia a Kampong Cham.
Ho vissuto ad On my way durante tutto il periodo del mio volontariato, mentre la maggioranza dei volontari dormiva in un’altra struttura in centro città.
Nel mio periodo di permanenza (luglio/agosto 2024), i bambini (dai 6 ai 13 anni) che vivevano al centro erano 7, mentre i ragazzi (dai 15 ai 20 anni) erano 8, ma adesso sono molti di più. Infatti grazie alle donazioni è possibile ospitare sempre più bambini e ragazzi per dar loro la possibilità di vivere in un contesto più protetto ed avere un’infanzia e adolescenza più serena.
I miei compiti principali erano legati alla cura dei bambini del centro (assicurarsi del loro stato di salute a 360°) e all’organizzazione delle lezioni d’inglese.
I bambini di On my way, grazie all’associazione, hanno la possibilità di andare alla scuola pubblica o privata e la maggior parte la frequenta nel pomeriggio.
Questa era una mia giornata tipo durante la settimana:
– dalle 09:00 alle 11:00 avevo due ore di lezione d’inglese con 6 dei bambini del centro;
– 12:00 pranzo tutti insieme al centro;
– 14:00-16:00 lezione d’inglese con un bambino del centro;
– 18:00-19:00 solo lunedì, mercoledì e venerdì lezione d’inglese con i ragazzi più grandi;
– 19.00 cena.
Il tempo libero era dedicato a preparare le lezioni, a trascorrere dei momenti ludico-ricreativi con i bambini, ad attività di pittura per migliorare il centro utilizzando sempre materiale da riciclo, oppure a fare un giro in bicicletta.
Il mercoledì sera mi occupavo dell’organizzazione della “serata cinema” per i bambini del centro, scegliendo un cartone animato in lingua inglese da guardare tutti insieme.
Hai visitato anche qualche luogo in Cambogia?
Il sabato e la domenica non erano previste lezioni ed attività al centro ed i bambini in alcuni weekend tornavano al loro villaggio. Quindi ho avuto la possibilità di visitare alcuni luoghi più o meno turistici della Cambogia.
Ad esempio ho trascorso un weekend a contatto con la natura selvaggia della giungla a Mondulkiri in un progetto che salvaguarda gli elefanti che sono stati vittime di sfruttamento. Ho dormito in un’amaca nella giungla e ho conosciuto quattro elefanti: Comvine, Sophie, Happy e Princess che ora possono finalmente vivere liberi in alcune zone della giungla. Ho anche avuto la possibilità di stare in compagnia della tribù delle colline Bunong che ha preparato pranzo, cena e colazione tradizionale per il gruppo. Infatti questo progetto crea opportunità di lavoro, altrimenti inesistenti, per la popolazione indigena, contribuendo così al miglioramento della loro qualità di vita. La mattina seguente abbiamo anche esplorato i villaggi dove questa comunità vive.
Un altro fine settimana ho esplorato le meravigliose rovine di Angkor Wat a Siem Reape il villaggio galleggiante dei pescatori di Kampong Phluk, dove le persone vivono in alte palafitte.
Quest’ultima visita mi ha mostrato un interessante spaccato della vita quotidiana di questo popolo e delle difficoltà che incontra a vivere in un luogo che cambia in base ai periodi di secca o piena del lago Tonle Sap.
Prima di tornare in Italia mi sono fermata alcuni giorni nella capitale Phnom Phem. Qui ho visitato i palazzi imperiali, i suoi caratteristici mercati locali ma soprattutto volevo recarmi nel museo del genocidio di Tuol Seng per conoscere il tragico passato che ha sconvolto il popolo cambogiano. Si trattava in origine della scuola superiore Tuol Svay Prey, convertita dai Khmer Rossi nella prigione e centro interrogatori più grande del paese. I reclusi vi erano detenuti illegalmente, sottoposti a condizioni di vita disumane e torturati per giorni. Vi morirono circa 16.000 persone e un quarto della popolazione (un milione e 700 mila anime) venne uccisa durante tale regime. Una visita che non può lasciare indifferenti e che racconta un tragico recente periodo che ha vissuto questa nazione, purtroppo poco conosciuto da noi occidentali.
Cosa ti ha colpito di più di questa esperienza di volontariato in Cambogia?
Mi ha colpito profondamente la difficile realtà che bambini e ragazzi dei villaggi di Kampong Cham devono affrontare ogni giorno, ma nonostante questo loro non perdono mai il loro sorriso.
Nel villaggio di Phum Thmey in particolare si trovano a vivere in strutture fatiscenti con carenze di servizi igienico-sanitari e con la totale trascuratezza ed assenza da parte dei loro genitori o di chi dovrebbe prendersene cura. Infatti spesso gli adulti sono vittime della dipendenza da droga e alcol o troppo impegnati nel sperperare i pochi soldi che hanno nel gioco d’azzardo.
Molti bambini non hanno modo di frequentare la scuola, perché i genitori preferiscono che lavorino fin da molto piccoli per sostentare la famiglia, mentre loro rimangono a casa.
Ora grazie a Viva la vida possono avere finalmente un’istruzione, ed in particolare quelli che hanno delle situazioni particolarmente critiche vivono ad On my way nella casa famiglia. L’associazione si impegna anche a dare un futuro ai ragazzi più grandi una volta terminati gli studi, fornisce loro un lavoro come guida turistica, barista o pizzaiolo o permettono di frequentare l’università.
Tutto questo mi ha fatto riflettere sulla grande fortuna che noi abbiamo di vivere in un Paese dove abbiamo la possibilità di studiare e di aver avuto dei genitori che si sono presi cura di noi.
Pertanto questa esperienza mi ha insegnato ad apprezzare ogni giorno la vita che abbiamo, partendo dalle piccole cose, che a volte diamo troppo per scontate.
Come possiamo sostenere l’associazione?
E’ possibile sostenere l’associazione con una donazione singola o continuativa, trovate i dettagli nel loro sito a questa sezione. Oppure ci si può candidare per diventare volontari: anche solo per 2 settimane si può fare la differenza.
Questa esperienza la consiglio moltissimo, infatti in questo modo è possibile vedere con i propri occhi tutto quello che viene fatto dall’associazione e contribuire in modo pratico ai progetti. Sicuramente sarà un’esperienza che non dimenticherai mai e cambierà il tuo modo di vedere la vita. Questo è il link per candidarsi.
Se volete conoscere questa realtà, senza partire, potete anche partecipare ad una delle giornate di presentazione del progetto che in alcuni periodi dell’anno si svolgono in molte città italiane. Così potrete conoscere Nicola Regina che vi racconterà la sua splendida storia attraverso video-immagini. Ad ogni incontro viene sempre allestito un mercatino solidale con oggetti, disegni e manufatti realizzati da bambini e ragazzi cambogiani.
Grazie al nostro supporto l’associazione potrà realizzare obiettivi sempre più ambiziosi e dare una speranza a bambini e ragazzi cambogiani che meritano una vita migliore.
Ringraziamo Sara per averci raccontato la sua esperienza di volontariato e fatto scoprire questa bellissima associazione.
Se siete curiosi di leggere le sue esperienze precedenti di volontariato, qui trovate quella presso una scuola Thailandese e qui in un centro estivo in Groenlandia.







Visitare la Cappella di Ronchamp di Le Corbusier
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3 commenti
Paola | Pasta Pizza Scones travel blog
La Cambogia è stato per me uno dei viaggi più intensi e più belli. Vederla con gli occhi da local dopo aver vissuto in un villaggio come volontaria dev’essere un’esperienza ancora più intensa. Vado a vedere i progetti dell’associazione!
Francesca Salcioli
Un’esperienza intensa che cambia il modo di guardare il mondo e se stessi. Non sono stata in Cambogia ma ho vissuto esperienze simili in India e Africa. Non conosco l’associazione, avrò modo di approfondire.
Eliana Intruglio
Stimo molto Sara per essere stata così intraprendente ed essere partita per un viaggio di volontariato.
Mi piacerebbe molto farne uno quindi mi informerò presso l’associazione per i prossimi anni: se si può far del bene perché non farlo?
Brava Sara!